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Statistiche e Mappe tematiche

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Lo studio delle diseguaglianze nella salute attraverso le Mappe tematiche

 

Lo studio delle diseguaglianze nella salute necessita di un approccio complesso che abbia come fondamento le evidenze statistico-epidemiologiche relative a bisogni/domanda/offerta, una profonda conoscenza “socio-demografica” del contesto di riferimento, il punto di vista degli operatori dei servizi sanitari, di “testimoni privilegiati” e degli stessi utenti target (1).

 

Tra i principali problemi riscontrati nelle metodologie di studio più utilizzate si menzionano i seguenti:

- gli studi statistici campionari spesso “escludono” i soggetti più a rischio e vulnerabili e sono metodologicamente poco confrontabili;

- i flussi informativi sanitari ed economici frequentemente non contengono le “variabili” necessarie per studiare il peso dei determinanti della salute e, quindi non consentono di “tracciare” i gruppi vulnerabili (es. livello di istruzione, reddito, cittadinanza, paese di nascita ecc) (2);

- i piani di valutazione dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi complessi, prevedono spesso un numero elevato di indicatori e indicatori poco “fattibili” (es. Piano Nazionale della Prevenzione, Piano Nazionale Esiti…) e, quand’anche fattibili richiedono molto tempo nel calcolo e risultano poco aggiornati rispetto alla realtà che si vuole descrivere al fine di individuare le criticità e le priorità di intervento;

- esiste il rischio concreto di perdere di vista la questione principale che è “come far incontrare il reale bisogno e l’offerta di salute”.

 

L’Osservatorio sulle Diseguaglianze nella Salute sta sperimentando una metodologia semplice e comprensibile anche ai non “addetti ai lavori” per migliorare la conoscenza:

a) del contesto socio-demografico in cui è collocato un servizio sanitario,

b) di chi sono i soggetti potenziali utenti del servizio,

c) di chi sono gli “esclusi” verso cui indirizzare iniziative sociali e di promozione della salute, al fine di rendere più efficace il servizio sanitario e ridurre le diseguaglianze nella salute di gruppi svantaggiati di popolazione, superando in parte i problemi elencati nell’introduzione.

 

La metodologia è stata utilizzata per individuare gli interventi più efficaci in grado di garantire un’offerta attiva dello screening per il tumore della cervice uterina alle donne immigrate, al cui accesso le donne immigrate hanno maggiori difficoltà (3, 4).

 

L’oggetto della ricerca/azione si è incentrato sui Consultori Familiari “principali” della regione Marche, sedi di offerta di screening cervicale.

È stato effettuato un censimento delle sedi di Consultori Familiari “principali” della regione Marche; tali sedi sono state rappresentate mediante le coordinate geografiche dei loro indirizzi, creando una mappa a simboli.

Per ciascuno dei 239 Comuni della Regione Marche è stato rilevato il numero di donne immigrate residenti per cittadinanza (5).

La numerosità è stata rappresentata mediante la creazione di un tematismo per comune

Tale tematismo è stato usato per i mettere in relazione la numerosità delle immigrate per cittadinanza secondo una griglia territoriale basata sui Sistemi locali del Lavoro – (Istat SSL) (6) che suddivide la Regione Marche in 27 “aree territoriali”, ciascuna sede di un Consultorio principale.

 

I risultati hanno consentito di:

- individuare la numerosità e la distribuzione territoriale delle donne immigrate residenti nella regione (Istat): principali paesi di provenienza Romania, Albania, Marocco, Cina;
- analizzare la domanda di salute attraverso i flussi informativi correnti (SDO, CeDAP, IVG, EMUR) per cittadinanza: circa la metà dei ricoveri ospedalieri è dovuto a Parto e IVG; più del 70% delle immigrate viene assistita durante la gravidanza da strutture pubbliche a fronte del 15% delle italiane (CeDAP);

- comprendere se la domanda di salute si incontra con l’offerta: sono state individuate le comunità numericamente più rilevanti per ciascun Sistema Locale del Lavoro al fine di identificare le comunità che, pur essendo numericamente rilevanti nel territorio, non accedono o accedono in misura limitata ai servizi consultoriali. Questa analisi è stata fatta confrontando i dati statistico-epidemiologici derivati dai flussi sanitari con la distribuzione delle donne immigrate per SLL e con l’esito delle interviste agli operatori dei Consultori Familiari (ad es. le indiane sono la terza comunità più numerosa nel SSL di Fabriano, ma non frequentano il consultorio).

Ciò ha consentito di definire modalità culturalmente competenti per realizzare nell’offerta pratiche di offerta attiva ad hoc da parte dei servizi

Infine è stato possibile trasmettere le informazioni attraverso efficaci rappresentazioni grafiche, comprensibili non solo ai tecnici, ma anche agli operatori e all’utenza dei servizi.

La georeferenziazione Consultori Familiari / Donne immigrate della regione Marche per cittadinanza e griglia territoriale dei Sistemi Locali del Lavoro è un metodo utile per avere l'informazione sulla presenza delle immigrate per cittadinanza relativamente allo stimato bacino di utenza di ciascun consultorio familiare principale. Tale informazione permette di informare gli operatori riguardo alla presenza (numerosità e provenienza) delle immigrate potenziali utenti del Consultorio Familiare.  Si è rilevato infatti che le donne di alcune comunità, pur essendo numerose non utilizzano i servizi del Consultorio, il che rende necessario intraprendere specifiche azioni di promozione dei servizi consultoriali.

La metodologia può essere riprodotta come base per tenere conto dei bisogni non soddisfatti (unmet needs), in particolare per le quote di popolazione maggiormente deprivata.

 

Bibliografia

1.  Lai Fong Chiu. Improving patient and community empowerment: the participatory action research/learning as an alternative approach. 14th International HPH Conference “Integrating health promotion, prevention, treatment and care for chronic diseases across the health system”, May 24-26, 2006, Palanga, Lithuania.

2.  La salute della popolazione immigrata: metodologia di analisi a cura del Gruppo di lavoro nazionale CCM “Salute immigrati”, anno 2009

http://www.ccm-network.it/progetto.jsp?id=node/1326&idP=740

 Lai Fong Chiu. Inequalities of access to cancer screening: a literature review Cancer Screening Series,  No 1December 2003

4.   Survey GISCI sulle migranti nei programmi di screening cervicale, 2014

http://www.gisci.it/documenti/documenti_gisci/GISCI-documenti-migranti-2014.pdf

5.   Istat, Immigrati-Stat (ultimo dato disponibile all’1/1/2013), http://stra-dati.istat.it/

6.   Istat, Sistemi Locali del Lavoro

http://www.istat.it/it/strumenti/territorio-e-cartografia/sistemi-locali- del-lavoro

 

A cura di:

Patrizia Carletti1, Marco Refe1, Liana Spazzafumo1, Luana Gaetani2, Giorgiana Giacconi1, Stefano Caglioti3

1Osservatorio sulle Diseguaglianze nella Salute, Agenzia Regionale Sanitaria Marche

2Consultorio Familiare Azienda Sanitaria Unica Marche (Area Vasta 5, San Benedetto del Tronto)

3Osservatorio Epidemiologico Regionale, Agenzia Regionale Sanitaria Marche

 

Guida all'uso delle mappe tematiche

Attenzione: Link non funzionante, in corso di aggiornamento
Presenza sul territorio di donne immigrate per Sistema Locale di Lavoro



aggiornato al 05/06/2017_mr html imagemap created with QGIS

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